
Mi sono accorta che questo ambulatorio non è rimasto sempre al passo coi tempi, salvo quando si tratta di parlare del Festival di Sanremo. Read More
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Tirate un sospiro di sollievo, finita L’Arena di Giletti con la maratona di oggi pomeriggio, il Festival di Sanremo 2017 sarà solo un lontano ricordo, eccezion fatta per i tormentoni che vi ritroverete alla radio. Read More
Ieri è iniziata ufficialmente la sagra della canzone italiana, a tratti meno sagra del solito ma comunque grande spunto per improvvisarsi critici televisivi e musicali. Read More
Oh, nemmeno il tempo di andare a caccia di testi nuovi da mettere sul tavolo operatorio e sono passati due anni dall’ultimo Sanremo documentato su questo blog. Read More
L’ambulatorio pullula di perle che restano in attesa di autopsia, ma lo stimolo principale, il più bello e invitante che ci sia, arriva sempre e solo da Sanremo. E’ tutto un chiacchiericcio sui gruppi che sono stati resi noti, è stato appena portato in sala il vassoio con la polemica, servita lì, fresca fresca di giornata, inarrestabile, con data di scadenza fissata almeno per la fine di marzo.
A Sanremo non è che ci sia tanto bisogno di portare i mega-ospiti internazionali, i criticatissimi denti di Laetitia Casta o chissà che altro: basta che gli piazzi sul palco Claudio Baglioni e il pubblico non capisce più niente. Povero Claudio, per la fobia delle rughe ormai si è completamente rovinato la faccia, non può chiudere gli occhi, sembra Alex DeLarge di Arancia Meccanica, quando lo costringono a tenere gli occhi aperti, solo che in questo caso è tutto ricucito a colpi di bisturi che se disgraziatamente dovesse starnutire mi si scoperchia tutto sul cranio.
E niente, il Festival di Sanremo ieri ci ha regalato un’altra serata noiosa e, come dicevo, è ormai ben chiaro che non servono grandi artisti internazionali, che a noi italiani ci piace l’armadio che sa di naftalina e siamo felici con la Carrà e le gemelle Kessler e con Franca Valeri, che ha fatto commuovere tutti e che, imperterrita, continua a lavorare.
Fabio Fazio e Claudio Baglioni direttamente dal Madame Tussauds
Abbiamo visto Kasia Smutniak col pancino e no, non credo proprio che avesse esagerato a cena, mi dicono che sia incinta. Nel frattempo c’era una versione super fighissima di Francesco Renga, inanellato e imbraccialettato come se fosse andato a rubare in una gioielleria e si fosse messo tutto addosso per scappare più in fretta, canzoni mediocri tante, sempre tristi da sbattere la testa al muro e poi Noemi. Lì non c’era da sbattere la testa al muro solo per la canzone ma per il taglio e il colore dei capelli e l’abbigliamento, sembrava uscita dal set di Star Trek, con quella ferraglia appoggiata sul collo che se si muove male si infilza e mi muore sul palco. E poi l’hanno fatta dimagrire un sacco e non è che avesse tanta voce, urlava, urlava per la fame, povera Noemi. Ogni anno la vestono sempre peggio, c’è qualcuno lassù che proprio la odia e la riduce così e se i vestiti si possono cambiare, quella frangettina è invece la prova tangibile dell’odio profondo che la circonda.
Era un momento che aspettavo da un anno, perché il mio ambulatorio è rimasto chiuso per parecchio tempo ma non c’è niente di più forte del richiamo di Sanremo.
L’inizio dell’edizione 2014 è stato più che promettente, nemmeno il tempo di far salire Fabio Fazio sul palco e due persone minacciavano il suicidio: non si è ancora capito se per problemi lavorativi o per porre fine allo strazio del Festival con un gesto d’impatto.
Tutto dopo è filato liscio, anche troppo. La mosceria regna sovrana nel teatro dell’Ariston, ci fosse stata una canzone un po’ sprint, un po’ poco depressa… niente. Sarà l’atmosfera italica a trasmettere tutto questo sconforto ma alla prossima puntata preparate popcorn e lamette.
Ma passiamo al duetto della serata, quello di Fabio Fazio vestito da Steve Jobs e Laetitia Casta, vestita come un cartoccio per la frittura ma in versione fashion. Poi si è ricordata di avere un super fisico e si è spogliata, sfoggiando un look in stile Valeria Marini ai tempi del Bagaglino. E insomma, i due hanno cantato, un po’ insieme e un po’ soli e un po’ sòle. La Casta sta così tanto bene a bocca chiusa!
L’unica cosa positiva di questa donna è la sua bellezza, che risalta anche senza il bisturi, con i difettucci che tutte le donne umane dovrebbero avere però, per carità, non fatemela cantare perché non è che io abbia una scorta illimitata di lamette!
Raffaella Carrà mascherata da Luciana Littizzetto
Sui cantanti non mi voglio soffermare molto perché per la maggior parte del tempo ho distolto il mio pensiero dal televisore: ho guardato con attenzione le smorfie di Raphael Gualazzi, stava tentando di sfidare Raffaella Fico e Barbara D’Urso e in più s’è portato dietro Venom e un coro gospel.
La perla della serata è stata Raffaella Carrà con il suo look da darkettona rockettara e quel cha-cha-chao trashissimo che starebbe benissimo anche come pezzo di Angela Favolosa Cubista, circondata peraltro da ballerini (sì, maschi, almeno così sembrava) sui tacchi a spillo. Oh, ma deve venire la Carrà a 170 anni ad insegnarci un po’ di trasgressione?
Senza lei e la Littizzetto il Festival non sarebbe stato quello della Canzone Italiana ma della Tristezza Assoluta. Io mi sono addormentata un bel pezzo prima del finale, i miei neuroni non hanno retto a lungo, hanno perso l’allenamento. L’unica cosa bella che ricordo è Cat Stevens sul palco. Sempre sia lodato.
Oggi ho deciso di parlare di Jovanotti, i miei contatti Facebook hanno invaso la mia bacheca con le sue frasi, manco fosse Oscar Wilde o un finto Jim Morrison. Insomma, ogni canzone di questo tizio è buona per un’autopsia, è tutta un’esplosione di nonsense, ma metti insieme quattro parolette sdolcinate e avrai il mondo ai tuoi piedi. Basti pensare alle taFche piene di FaFFi e A te, che le sentivi dappertutto, la gente scriveva le frasi in cielo e in terra e in ogni dove che mi stupisco ancora del fatto che Iddio, se esiste, non abbia preso provvedimenti mandandoci un’altra piaga sulla Terra… ah no, aspetta, Moreno ha vinto Amici. Ah no, aspetta, fanno ancora Amici. Iddio c’è, eccome se c’è!
Nell’immagine, Jovanotti elenca il numero di frasi sensate scritte dal 1988 ad oggi.
Jovanotti | © ALFREDO ESTRELLA / Getty Images
Insomma, ho deciso di prendere frasi a caso direttamente dalla bacheca di Facebook, che pullula di fan che si emozionano non appena sentono sibilare Lorenzino, cercando di dare una spiegazione logica ad ogni citazione. Missione impossibile, infatti seguirò la tendenza jovanottiana e dirò frasi a caso pure io, che magari sarò considerata una delle migliori menti della mia generazione. Un po’ come Emma Marrone, le Veline e Snooki di Jersey Shore. Partiamo con una delle nonsense che preferisco di più:
Caro Jova, rigiratela come vuoi ma la vertigine è che proprio se voli ti si schianta il cuore e voli su su, verso il cielo dagli angioletti. Che poi potresti scrivere un testo su uno che è morto di vertigine e conquistare ancora una volta le maFFe.
Di sicuro pensa che ha un sacco di vertigini.
Citare la Divina Commedia e aggiungerci un “porco cane”, distruggendo un lavoro di terzine incatenate di versi endecasillabi che quello ci ha messo decenni a finirlo e l’hanno pure esiliato. Ecco perché ha quell’espressione leggermente incazzata, nella statua a Santa Croce!
Jova, prova con l’LSD o chiedi a Lucius Fox. Hai mai pensato di scrivere un libro con Fabio Volo? Una canzone con Tiziano Notizia?
Beata ignoranza, dicono. Lorenzo, sei fortunato perché non conosci la grammatica e a questo mondo è l’ignoranza a fare da padrona. Il tuo “a me mi” ormai è oggetto di trattati filosofici e ha disgregato definitivamente quel che era rimasto dell’Accademia della Crusca.
Volete che vada avanti? Non ne ho più la forza. Anche se questo post rientra tra le coliche canore, vi lascio con un bel De Eloquentia, ovvero quelle frasi di canzoni che dicono tutto in poche parole e quella che segue, riassume l’essenza della pseudo-arte di Jovanotti:
Ho preso la chitarra senza saper suonare.
A pochi minuti dalla fine, diciamocelo, abbiamo sperato tutti nel miracolo: se Elio e le storie tese erano riusciti ad arrivare tra i primi tre, forse il passaggio dei meteoriti sulla Terra e le dimissioni del Papa, un terremoto nel bel mezzo della finale del festival, erano un segnale chiaro di qualche cambiamento epico nel mondo e a Sanremo 2013 non avrebbe vinto l’ovvietà.
Invece no, sono state solo delle coincidenze, che a noi esseri umani piace credere che gli eventi siano collegati tutti tra loro perché c’è un senso sopra le nostre teste. Ma se ci fosse un senso, allora Marco Mengoni non avrebbe vinto e non sarebbe stato sul podio, non ci sarebbero stati nemmeno i Modà. Se ci fosse stato un senso, forse non ci sarebbe mai stato Sanremo.
Vivete la vita così come viene, voi e Vasco Rossi, smettetela di chiedere quale sia il senso delle cose: ha vinto “L’essenziale”, oggi è la giornata nazionale dei bimbiminkia, a Sanremo secondo il mio sondaggio ha vinto la scollatura di Maria Nazionale, ma la Nera Signora è passata sul palco dell’Ariston e con la sua falce ha decapitato la musica. Però noi non l’abbiamo vista passare, si era forse palesata sotto forma di Bianca Balti?
RIP